mercoledì 1 marzo 2017

Horgr - la pietra arrossata di sangue.



La parola horgr (raramente al femminile horg)  era applicata a luoghi di culto e si trova come elemento in toponimi su una larga area,  principalmente in Islanda e nell'ovest. L'antim inglese e gli equivalenti germanici di queste parole (antico inglese hearg,  antico alto tedesco harug,  etc.)  furono talvolta usati per "bosco sacro" ma l'antico nordico horgr non è documentato con questo significato. Esso è talvolta applicato a una pila di pietre innalzata all'aperto come un altare.
Nel poema Hyndloliodh (str.  10) la dea Freyia dice del suo favorito,  Ottar:

Egli ha costruito un horgr per me,  
con blocchi di pietre 
ora tutta quella roccia 
risplende carne vetro; 
egli la ha arrossata di nuovo 
con sangue di buoi 
sempre ottar ha fede 
nelle dee(dryniur).  

La dea vuol significare che, bagnando la roccia con il sangue sacrificare,  Ottar l'ha fatta diventare vetro prezioso.
https://www.youtube.com/watch?v=ahPsW3ZKZ_w&t=1561s
Viking Bloot 2014

In un manoscritto della Heidhreks saga (I.) è ugualmente raccontato come la filia di un re Alf di Alfheimar arrosso l'hòrgr durante un sacrilicio agli  spiriti custodi ustodi (disablot). Il Landndrnabok racconta una storia su una colonizzatrice, Audh dalla mente profonda, che giunse in Islanda dall'Irlanda. Audh era cristiana e vicino alla sua casa, su alcune collinette dette Krosshòlar, drizzò delle aroci presso le quali diceva le sue devozioni. Quando essa mori, i suoi parenti pagani eressero un'horg (femm.) presso le colline, perche avevano grande fede in esse e credevano che, una volta morti vi sarebbero stati sepolti.
Se l'horgr era una volta una pila di pietre. la parola fu piu tardi applicata una tempi con il tetto. In alcuni carmi dell'Edda, si dice che l'hòrgr e costruito con travi che talvolta, si racconta, prendono fuoco. Snorri deve pensare a un edificio vero e proprio quando descive l'hòrgr, Vingolf, eretto per le dee (gydhiur), descrivendolo come una splendida casa. Leggi norvegesi arcaiche dimostrano che l'hòrgr era un edificio completo e decretavano che chiunque alzasse un edificio (hùs) e lo chiamasse hòrgr dovesse perdere ogni soldo che aveva.
Scavi fatti in Islanda in epoca recente ci mostrano la forma dell'horgr alla fine del Periodo Pagano. A Nord dell'Isola Horgsdal, nel nord, dell'isola fu scoperto un piccolo edificio rettangolare di circa dieci metri per sei, che doveva avere il tetto sostenuto da pilastri. Un'altra Struttura scoperta a Horgsholt nel sud-ovest misurava solo cinque metri per uno e mezzo.
Passi già citati dell'Hyndloliódh, Heidhreks Saga e dell'Edda di Snorri hanno suggerito a qualcuno che l'hòrgr appartenesse al culto di divinita femminili.
Cio può essere stato alla fine del Periodo Pagano, ma non nei tempi precedenti. Toponimi, Odhinshargher, Thorshargher, in Svezia, mostrano che erano dedicati pure a divinità maschili. Nondimeno, scavi, toponimi, anche allusioni in letteratura e leggi suggeriscono che a tempi più tardi l'hòrgr era un piccolo tempio o sacello forse usato per culti privati o di Famiglie. Il culto delle Disir e di altre divinità femminili generalmente su scala minore e più erano privata di quello degli dei e può essere stato tenuto in tempi semplici o edifici non appariscenti.
Le parole più comunemente usate e per tempio che Hof, ed e interessante che questa parola sia raramente usata dagli scaldi e mai si trova con il significato di tempio, nella poesia dell'Edda, eccetto nia doppioni allitterativi con hòrgr ok hof. L'Elemento Hof si trova raramente nei toponimi di Svezia
e danimarca,  ma comune in quelli d'Islanda, dove appare sia semplice. come primo elemento nei composti,  per es.  Hof,  Hofstadhir,  Hoftein,  E' anche comune in molte parti della Norvegia ed spesso composto con nomi di dei,  per es.  Theirshof,  Freyshof
L'uso del termine holf in letteratura, sia nei toponimi. suggerisce che esso non era applicato a tempi fino agli ultimi secoli del paganesimo.


Fonti:
Gli Dei Vichinghi. Religione e miti di un popolo gueriero.- E.O.G. Turville-Petre - Ghibli/ ovvero:
"Religione e miti del nord" pubblicato da Il Saggiatore 
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