giovedì 21 maggio 2015

Visione dualista o Panteista?

Yeah un altro Post Office... Grazie per tutti i commenti al precedente.
Questa volta la domanda è molto più difficile da affrontare e per questo motivo dopo i miei sproloqui senza senso e confusionari,  da pazza analfabeta che prova a spiegare qualcosa di davvero semplice,  ma difficile. Vi lascio un post stupendo che reputo una punta di diamante del mio Forum, scritto tempo fa da un amica.


Skayler - Post Office


....Ciò che più mi interessa nella pratica pagana e il rapporto con le divinità, il ciclo delle stagioni e quindi il contatto con la natura, e ho un dubbio che nonostante cerchi di colmare con ricerche e quant'altro non mi è del tutto chiaro.
Io ho una visione prettamente dualistica, quindi vedo appunto il divino sotto l'espressione del Dio e della Dea, ma ultimamente sto cercando di avvicinarmi al pantheon greco-romano, perché è quello che più sento affine alla mia personalità. La domanda è come conciliare la visione dualistica con l'adottare un pantheon? So che tutti gli Dei sono un Dio e tutte le Dee una sola Dea, ma a volte questa teoria mi stona un po'...so che magari potrà sembrarti una domanda stupida, ma sono ancora agli inizi e questo è un dubbio che mi tormenta abbastanza, potresti aiutarmi a chiarire? Come è realmente vista la divinità? Non mi è nemmeno molto chiara la questione degli archetipi, insomma se io invoco il Dio Apollo per esempio è come invocare il Dio in generale, o qualche altro Dio? Scusa per il disturbo, spero potrai aiutarmi, te ne sarei infinitamente grato. Spero di essere stato abbastanza chiaro...
-A. 

Cercherò di rispondere meglio di quanto abbia fatto di getto via privata con l'interessato, toccando anche punti ben oltre la domanda ed essendo più generica. Mi scuso se i "puristi" "perfezionisti" (o qualsiasi categoria di cagacazzo, voi facciate parte) troveranno alcuni esempi forzati o addirittura assurdi. Appunto per questo motivo alla fine citerò l'articolo di Elena, io cercherò di essere il più semplice e terra terra possibile, mettendomi nei panni di un neofita che legge e magari si ritrova più confuso di prima. Sappiate che non è facile ed io sto scrivendo all'una di notte.

Iniziamo con dire che la visone dualistica è puramente neopagana e Wiccan, ed è a mio parere, una visone troppo semplicistica della concezione divina, ma purtroppo capisco la difficoltà ad abbandonarla e a comprendere tutto in discorso Dio-Dea, rispetto al pantheon. Cercherò di aiutarvi, spero, ma è per lo più, ve lo dico per esperienza personale, è solamente una questione di cultura e abitudine, di ciò che avete imparato e preso per vero, ciò che avete interiorizzato, rispetto a ciò che magari non sapete.
Ho visto, sopratutto la mia generazione, ma anche gli ultimi di voi che si approcciano a questo cammino, esser continuamente imboccati dalla wicca e dai testi neopagani, i più diffusi e quelli con più facile accesso (nonché portati avanti da seminaristi e co) e questa confusione è il risultato di anni e anni (da Gardner a oggi) di informazioni "errate" o filtrate in modo sbagliato.
Ancora mi chiedo cosa abbia spinto ai tempi, gli illustri precursori del neopaganesimo, a decidere deliberatamente cosa portare e cosa nò dal paganesimo. Se per alcuni versi, alcune cose le capisco, come per esempio tutta la parte di pratica oscura (un esempio banale, la Luna Nera) altre cose meno e questa è una di quelle che proprio non capisco, poiché ha influenzato me per prima, per molto tempo. La spiegazione unica e plausibile che mi dò e l'aver voluto rendere semplice la comprensione di una realtà diversa da quella a cui si era abituati, dopo le persecuzioni delle streghe e che volessero eliminare del tutto figure mitologiche simili a personaggi delle fiabe, come potevano forse, sembrare gli Dei per rendere tutto più legittimo, ma non so... In ogni caso, è andata così, non voglio sindacare nulla, ne screditare la Wicca, poiché se mi seguite, sapete che arrivo anche io da lì.
Pertanto, anche per me è stato difficile abbandonare l'idea della dualità divina e il concetto che negli anni si era insinuato dentro di me ovvero: « tutti gli dei sono un Dio e tutte le dee sono una Dea » 
Sono forse stata fortunata, perche ho abbandonato questo "falso" concetto, attraverso l'esperienza di una divinità patrona e il lavoro con essa. Lavorare con una divinità specifica ti fa capire quanto parlare genericamente di Dio e Dea voglia dire poco, è come fermarsi alla superficie, è far perdere la parte più succosa della nostra vita!
In oltre, parlare di dualità e di « tutti gli dei sono un Dio e tutte le dee sono una Dea »  esclude automaticamente il lavoro con un pantheon specifico. Potrei addirittura, quasi azzardarmi a dire che è quasi parlare di due religiosità diverse. Insomma per fare il primo esempio, è come parlare di Grande Spirito per gli sciamani e di Divinità per i pagani.

Nel paganesimo parlare di divinità patrone, o comunque di divinità specifiche che compongono un Pantheon, equivale a parlare esattamente di quella divinità specifica e non di un archetipo funzionale a tutte quelle racchiudibili sotto un genere, sia questo maschio, femmina (come appunto nel neopaganesiomo con il Dio e la Dea) o sia più specifico con forze/poteri/domini ( come: amore, guerra, inferi, bellezza ecc...)
Quindi possiamo dire che nella visone panteistica, anche la realtà dell'archetipo diventa meramente superficiale; per definizione:
"Archetipo deriva dal greco archè - governo, principio e tupos - primitivo, originario. Gli archetipi sono dei principi primitivi che vanno al di là delle culture, dei simboli, sono delle forme senza contenuto. 
Gli archetipi sono più che simboli: sono l'essenza che dà vita al simbolo e sono la potenza che permette al simbolo di esistere nel tempo. Gli archetipi si manifestano in ogni cultura, prendendo voce nei miti, nelle favole, nelle leggende che racchiudono in sé i principali temi dell'uomo dall'origine dei tempi. I sogni ci permettono di entrare in contatto con gli archetipi: se sappiamo leggerli ci aiutano nel processo di costruzione di una coscienza individuale. Ma anche le emozioni, con la loro espressione, ci mostrano un aspetto più superficiale degli archetipi. "
Questo già potrebbe bastarci a capire, poiché si  evidenzia come questo concetto racchiuda un insieme di elementi e non qualcosa di specifico. Si parla di un "idea" che prende forma, e assume potere grazie all'idea umana, non a una realtà a se stante, indipendente dall'uomo.
In parole povere e spicciole, sarebbe come dire che attraverso l'archetipo esiste una Divinità, quindi attraverso noi che creiamo l'archetipo Ella esiste, altrimenti no. Questo è un disocrono che può essere fatto da una persona non credente... e non è il nostro caso.
Tuttavia, il neopaganesimo ci insegna che i pantheon non sono altro che archetipi di un unico spirito divino, appunto espresso al massimo nella dualità Dio e Dea. Da questa figura unica (inteso come solo questa) e doppia, otteniamo gli archetipi, definiti come forze/poteri/domini Divini e quindi  per deduzione i vari Dei dell'amore, della guerra, della bellezza, degli inferi, ecc...
E' come se queste caratteristiche che definiscono la divinità in poco, fossero solo le sfaccettature dello stesso diamante e ancora, da questo ne deduciamo che pregare un Dio equivale a pregare una totalità di archetipi divini; fate attenzione, archetipi divini, non Divinità a se stanti. Equivale quindi a pregare e venerare un energia, non un qualcosa che vive indipendentemente da noi su qualche piano dell'esistenza.
In questo modo, in oltre, si raggruppano tutte le divinità, di qualsiasi cultura, sotto una stessa dicitura, il che è sbagliato, anche se forse voi ancora non lo vedete.
Per farvi un esempio un po' forzato, sarebbe come dire che le donne umane sono tutte uguali, senza nessuna specificità e ancora se si guarda all'archetipo femminile, ogni femmina è uguale, invece sappiamo bene che non è così. Io non sono uguale a voi, al mondo esistono le specie, animali, vegetali, esseri umani che a loro volta si distinguono in razze, etnie, culture e lingue diverse, ed è inconcepibile dire che io sono uguale a una donna che vive in Africa, si lo siamo, ma solo superficialmente, solo perché siamo entrambe donne. Se parliamo di caratteristiche specifiche di una persona, anche qui possiamo evidenziare ulteriori differenze sostanziali, se io sono un artista perché creo statue, non sono uguale a un artista che suona e compone musica, capite?
A chi di voi farebbe piacere essere considerato solo superficialmente?
Quindi, per quale motivo dovrebbe essere così per gli Dei? Gli Dei! Ciò che noi consideriamo quanto di piu  superiore esista. Perché ridurlo a una visione semplice?
Quando voi fate magia, non usate erbe e pietre a caso, le scegliete nello specifico, più conoscete un ingrediente meglio lo potete utilizzare, questi sono strumenti che una strega usa, perché mai allora se non buttiamo erbe a caso in un calderone, dobbiamo riferirci alle Divinità in modo casuale?
Io, data la mia esperienza, non mi sognerei mai di pensare che parlando con Odino mi stia riferendo automaticamente a tutti gli dei maschili di tutti i pantheon e purtroppo questo è l'altro grave errore in cui si incorre attraverso la dualità.
In oltre, Odino che figura anche come padre degli Dei, non è comunque uguale a un Dio come Zeus, anch'esso padre degli Dei. Sarebbe come dire (esempio forzato) che mio padre è come vostro padre, se parlo ad un padre generico, può ascoltarmi il vostro come il mio, poco importa, ma questo non accadrebbe mai.
Eliminare la specificità delle divinità equivale a eliminare la divinità stessa.
Capisco che sia difficile da capire per chi non ha esperienza diretta con una divinità, perché questo aiuta molto a capire la loro unicità, così come esattamente la conoscevano gli antichi prima del neopaganesimo; ma nella visone pagana panteistica, pregare e invocare una specifica divinità vuol dire esattamente pregare quella divinità, che esiste cosmologicamente in qualche piano dell'esistenza, con le sue caratteristiche specifiche e con il suo linguaggio.
Ed è importante conoscere queste caratteristiche e questo linguaggio, perché non si può parlare lingue differenti, o fare esperienze approssimative o a casaccio, guidati dalla nostra curiosità.
Qui sia apre un altro problema, il mischiare divinità di pantheon diversi. 

Alcuni, ormai lo vedo di frequente, lo fanno abitualmente con un alzata di spalle definendosi eclettici. Essere Eclettico non vuol dire niente! Questo è un altro errore "del libero arbitrio neopagano". Non si può essere qualsiasi cosa si voglia solo perché ci piace, non si può adottare una divinità solo perché ci affascina.
Si, se volete siete liberi di farlo, gli unici a perderci siete voi, perché il vostro lavoro sarà un estenuante ricerca, una fatica immane nel adattare linguaggi diversi, o l'errore di adottarne uno proprio pensando che basti, con nessun vero risultato.
Non dico questo da maestrina, lo dico per esperienza. Una divinità non è un famiglio e come ho già detto ampiamente, è unica e specifica. Non rispettare questa unicità equivale a non rispettare la Divinità.
Fare offerte ad un altare dove presenziano Dei di diversi pantheon, è se ci pensate, sciocco. Come potete credere che Cernunnos e Freya si possano trovare l'uno ad accettare l'offerta dell'altro, l'uno nel modo di pregare dell'altro, l'uno le credenze della tradizione dell'altro.
Sono concetti semplici, pensateci, riflettete. Capirete!
Questa che potrebbe sembrare una sottile differenza tra pantheon che si assomigliano, resta comunque un enorme differenza specifica.
Sappiamo tutti che esistono Dei simili in culture diverse, ma se gli analizzate ognuno nello specifico, la loro essenza non può essere minimizzata ad un unico aspetto. Come dicevo prima, Odino e Zeus sono entrambi padri degli Dei, ma a parte questo appellativo, in comune non hanno niente.
A cosa servirebbero libri scritti e culture tramandate, se tutto potesse essere una accozzaglia di similitudini?
Ripeto, capisco la difficoltà, era difficile anche per me capire e cambiare il modo di pensare da dualista a panteista, ma è stato obbligato, così come è stato di obbligo prendere una direzione unica (di tradizione) e smetterla di pasticciare. Ciò non toglie che nella vita si possa avere a che fare con Divinità differenti, provenienti da pantheon diversi. Questo accade proprio perché Essi esistono, e non sono un unica cosa.
Con questo non voglio nemmeno arrestare la vostra crescita chiedendovi di buttarvi subito su un pantheon specifico, anzi, conoscere tutto ciò che vi stimola è importante. Come potete vedere dai mie video e dal mio blog, ho spesso parlato di Tradizione Nordica, come di woo-doo, di Santeria, di sciamanesimo, di Curanderos, di stregoneria Cornica, scozzese ecc...
Sono tutte cose che mi hanno attratta o mi attraggono, le studio, ve le faccio conoscere quando reputo che sia qualcosa di meritevole, ma non fanno tutte parte della mia tradizione. In passato cercando la mia strada son passata in tanti contesti, fatto tanti studi e ancora oggi è così, è naturale. Un tempo sicuramente non circolavano le informazioni di cui disponiamo oggi e la propria tradizione si apprendeva dal contesto in cui si nasceva. Mi vien da dire che si faceva molta meno fatica, ma è comunque un dono grande quello di cui noi disponiamo, dobbiamo solo farne buon uso.
Toccherò un ultimo punto prima di lasciarvi all'articolo di Elena.
Scegliere tradizione e pantheon. Molto brevemente, alcuni storcono il naso a vedere per esempio, nel mio caso, un'italiana senza alcun retaggio culturale o discendenza, seguire una tradizione così lontana come quella nordica, lo stesso per l'indirizzo da Hedgewitch di cui mi appello per definirmi più concretamente, poiché non sono una strega norrena ma nordica, tradizionale, con pantheon norreno.
Dovrei, per alcuni, sicuramente seguire qualcosa di più vicino alla mia terra di origine e ai mie antenati (che si dal il caso non fossero vichinghi ma nemmeno streghe italiane, pertanto, se così fosse, dovrei essere cattolica). Non mi sento cosi tradizionalista da trovarmi in accordo. Non credo sarebbe nemmeno più semplice. Per onor di cronaca, sono passata anche dalle tradizioni Italiche, semplicemente non erano per me, semplicemente non sono stata chiamata da queste.
Questo è il punto essenziale, io sono stata chiamata dal pantheon Norreno, sorprendentemente, visto che all'epoca ne ero particolarmente ignorante, non so i motivi, non so se ce una spiegazione riconducibile ad un altra vita, o a discendenze cosi antiche da essersi perse nella mia linea famigliare, so solo che così è! Quindi ascoltate al di fuori delle vostre preferenze, cercate, studiate, ma tenete teso l'orecchio. Quasi tutto quello che vi ho detto sta notte, sarà da voi meglio compreso quando verrete chiamati da una Divinità. Ci potrebbero volere molti anni, i mie non sono molti ma nemmeno pochi, l'importante e che voi continuiate, in modo da essere preparati a poter sostenere un simile e meraviglioso rapporto!


Detto questo vi saluto lasciandovi questo bellissimo articolo di Elena, scritto in maniera assolutamente piu accademica del mio, e sicuramente vi aiuterà a capire meglio tutto il mio sproloquio.
Mi piacerebbe sapere la vostra opinione qui sotto! Vi aspetto. Grazie!



Divinità e Numen, si è scelti o si sceglie?
12 febbraio 2013 alle ore 14.03
Questa riflessione nasce da un confronto  costruttivo avvenuto all’interno di un gruppo di Facebook, e per l’occasione ringrazio vivamente Skayler di avermi dato l’opportunità di scrivere al riguardo.
Devo inoltre annotarvi che io personalmente non seguo la Wicca, ma la tradizione di Paganesimo legata al mio territorio, pertanto qui vi parlerò dalla mia formazione storica con la passione grande dell’onorare gli Antichi Dei sempre Beati . (il testo è mio vi prego di non copia-incollarlo)
Vorrei partire da una differenziazione importante che un neopagano in quanto “nuovo pagano” ovvero “dei nostri giorni” dovrebbe conoscere , ovvero la differenza fra il concetto religioso e storico-mitologico di Divinità, Numen, Deità e dualismo archetipico. La Religione Romana, ovvero Religio, secondo Cicerone è .
Solitamente la Wicca è la corrente spirituale maggiormente diffusa e molti neofiti si lamentano della mancanza di libri adeguati che possano spiegare loro alcuni concetti, anche teologici se vogliamo, riguardo l’entità degli Dei, pertanto si ritrovano con un buco nero informativo che tentano di riempire come meglio possono e con buona volontà. Il problema sorge dal momento in cui questo buco viene riempito con accozzaglia di informazioni non sempre corrette ed il più delle volte errate. Non voglio ergermi nella cattedra dell’insegnamento “pagano” (sebbene ci siano diversi personaggi di dubbia reputazione che continuano a farlo) ma voglio unicamente dare qualche buon consiglio valido alle persone che avranno la pazienza di leggere le mie parole. Ritornando alla Wicca, essa  in generale concepisce le divinità in modo dualistico, ovvero racchiude tutte le divinità di tutte le culture mondiali in due unici archetipi di “maschile” e “femminile” , la complementarietà fra i due principi cosmici rappresentati dal Dio e dalla Dea in modo generico e senza una caratterizzazione specifica. Questa concezione è stata illustrata dal padre della Wicca moderna, Gerald Gardner  e dalla correnti seguenti come l’Alexandriana, mentre  un’altra concezione è ben espressa dal concetto di Dryghten, come definito da Patricia Crowther, ovvero il Monismo che vede i due principi cosmici del Dio e della Dea come le due forze di un unico principio universale.  Pertanto il Dio e la Dea sono forze cosmiche ed armoniche che permettono la costruzione e l’equilibrio del Mondo, ovvero « Tutti gli dèi sono un Dio; tutte le dee sono una Dea. » Il Dualismo monistico invece si applica alla dualità polare del Dio-Dea sintetizzando nella frase « tutti gli dei sono un Dio e tutte le dee sono una Dea » la sua concezione, ovvero che nelle grandi categorie Dio-Dea si ritrovano all’interno tutti i nomi di tutte le divinità di tutte le mitologie mondiali e pertanto le varie divinità sono dunque forze archetipali, attraverso cui si manifestano il Dio e la Dea. Questo può creare qualche problema sincretistico, in quanto sarebbe ridicolo associare  ad una divinità greca il suo “corrispettivo” per affinità di attributi, di altre culture. Non mi cimenterò nell’analisi critica della teologia Wicca perché non mi compete, ne tantomeno penderò in esame le varie correnti Wicca e le  loro differenze. Gli Dei Antichi erano  unici, sui generis. Erano concepiti a livello immanente nel mondo e nella Natura delle cose, degli uomini, della Vita stessa. La concezione del divino era solitamente panteistica, ovvero tendeva ad identificare la Divinità  come quell’ ente che permea e costituisce la natura del cosmo, degli uomini, del mondo al quale si associa l’enoteismo ovvero la capacità del Divino  di manifestarsi nel mondo fisico nei vari suoi aspetti, le divinità sebbene gli dèi non venissero concepiti come una pluralità di principi, ma piuttosto come pluralità di esseri divini, mai assoluti. Gli Dei sono allegorie dell’Essere e dell’Esistenza, e sono particolari, non generali o generici, ovvero ogni territorio, ogni società, ogni cultura aveva sviluppato una Cultus alle Forze della Natura che erano proprie di quei territori. Un esempio esplicativo valido è il concetto di Numen nel mondo latino. Il Numen esprime la Potenza Divina , ovvero la Forza Vivificatrice e portentosa che è alla base di ogni manifestazione naturale ed anche della natura umana. Non era associata ad un dio o dea precisi, ma era legata ai fenomeni naturali nei quali si vedeva la Potenza in se. Il Numen era nei laghi, nelle grotte oscure, nei Luci Sacri (Boschi), nel mare tormentoso ma anche fonte di vita , nei lampi, dei tuoni, nella neve gelida e nel sole cocente. Il Numen era, ed è, lo Spirito che anima il Mondo vivente, la natura, che anima il territorio, ovvero QUEL territorio specifico.
A questo punto molti si chiedono se sia possibile avere una divinità “patrona”. Ma cosa vuol dire avere una Divinità Patrona? Per gli antichi popoli , soprattutto dell’area mediterranea, le divinità patrone erano specifiche di alcuni aspetti della vita quotidiana ovvero di arti e mestieri, della politica, di un evento naturale o una caratteristica umana. L’uomo antico non aveva una divinità unica che vegliasse unicamente su di lui, questo è un concetto monoteistico, ma aveva più entità, più Numen ai quali poteva rivolgersi attraverso rituali ben specifici e sacrifici che fossero graditi. Un esempio sono i Lares ed i Penates (gli spiriti protettori della casa, gli spiriti degli Antenati), il Genius Loci (ovvero il Numen  che presiedeva la protezione di quello specifico territorio o zona) per citare solo alcune entità del culto romano, oppure l’Agathòsdaimon, il “Buon serpente” che propiziava la casa greca. Altri “Numen” possono essere identificati con il kami shintoist, il maban degli australiani aborigeni,  il mana dei Polinesiani, il silap inua degli Inuit,
il maban degli aborigeni, il seid nella mitologia  della cultura nordica…
I Sacerdoti e le Sacerdotesse invece votavano la loro intera esistenza al Culto di tutti gli Dei ed in special modo di un’unica divinità, della quale dovevano quotidianamente occuparsi eseguendo la ritualistica e l’offertoria specifica, ed era un Voto alla Divinità che legava in modo indissolubile, pertanto non tutti i pagani antichi erano sacerdoti, ma solamente alcuni, mentre tutti i pagani antichi potevano rivolgersi direttamente alle Divinità, in quanto esse erano manifeste nella Vita quotidiana e nella Terra dove essi vivevano.
Quando ci si chiede se si ha o meno una divinità patrona, si dovrebbe riflettere sul significato di questo termine in un culto pagano politeista (Wiccan o meno). Gli antichi associarono ad ogni singolo aspetto della natura e della loro vita ad una Divinità specifica preposta a regolarlo, esistevano dunque numerosi Dei e numerose Dee, tuttavia se si ritiene opportuno avere una divinità patrona alla quale consacrarsi si deve aver ben chiaro in mente che un Voto non è un gioco. Molte persone chiedono come fare per trovare la divinità patrona, e l’unico consiglio che posso dare, in modo esterno e senza condizionamento ideologico personale, è di studiare molto ed ampliare  le proprie conoscenze in modo continuo ed evitando la macchina del pregiudizio ma soprattutto della moda e dell’autoconvincimento che possono trarre in inganno le persone anche in modo grave. E’ mia personale opinione maturata in anni di studio, ricerca e pratica religiosa, che spesso siano le Divinità, o meglio le Deità (in quanto principi divini) a manifestarsi nei nostri riguardi, a manifestare il loro desiderio di essere onorate , e per farlo, è necessario FARLO IN MODO CORRETTO, ovvero eseguire quelle pratiche e quei sistemi di ritualistica che siano adatti a quella precisa divinità. È necessario fare le giuste offerte gradite, non inventarsele di sana pianta, perché ciò che molte persone purtroppo non hanno ancora capito è che gli Dei sono Potenze antiche quanto il mondo, codificate da quando l’uomo ha avuto coscienza di se e del Mondo, pertanto basarsi solamente sull’istinto o sul “faccio da me” può essere corretto se viene associato ad una conoscenza (anche frammentaria per mancanza di fonti storiche) della ritualistica corretta, ma è profondamente controproducente se il “fai da te” viene applicato in modo pedissequo e continuo per volontaria pigrizia nel RICERCARE  e nello studiare.   Il percorso spirituale pagano, wiccan, tradizionalista, neopagano che sia è molto difficile e soprattutto lungo. Non si è mai “arrivati” poiché ogni giorno è una nuova scoperta e nuova consapevolezza di noi stessi e del Mondo. Infine, per citare Dragon Rouge “La differenza sostanziale con il monoteismo è che nonostante si scelga di rendere il Culto interamente o principalmente ad UNA Divinità Patrono, ciò non implica disconoscere e denigrare o demonizzare le Divinità Patrono venerate da altri.”
Con questo concludo, e spero di essere stata d’aiuto a qualcuno, in caso contrario rimedio subito elencandovi qualche libro interessante sul paganesimo greco-romano in quanto ricade negli studi della mia specializzazione anche a livello universitario.

Vi ringrazio Elena

Paganesimo Romano
G. Dumezil, La religione romana arcaica, Rizzoli
R. Bloch, La religione romana, in Le religioni del mondo classico, Laterza
J. Champeaux, La religione dei romani, Il Mulino
R. Del Ponte, La religione dei romani, Rusconi
R. Del Ponte, Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica, ECIG
Paganesimo Greco
Mircea Eliade Storia delle credenze e delle idee religiose
Robert Graves, I Miti greci
Le Garzantine
Ugo Bianchi. Religione greca ed ellenistica in Storia delle religioni (a cura di Giuseppe Castellani) vol.III. Ileana Chirassi-Colombo. La religione in Grecia. Laterza
Walter Burkert. La religione greca. Milano, Jaca Book
Mircea Eliade. Zeus e la religione greca in Storia delle credenze e delle idee religiose, vol. 1., Rizzoli
Paolo Scarpi. La religione greca in Storia delle religioni. 1. Le religioni antiche (a cura di Giovanni Filoramo). Laterza


(tutti i diritti sono riservati e protetti da Copyright ©)


NON COPIATE QUESTO POST, NELLO SPECIFICO L'ARTICOLO DI ELENA, DI PROIETà DELL AUTRICE CHE LO HA GENTILMENTE CONCESSO A ME E A Sacerdotessedi Avalon Forum.

5 commenti:

  1. Un argomento davvero interessante! Sono pienamente d'accordo sul fatto che non si possa pasticciare con pantheon differenti! (Sarebbe come indossare i sandali con i calzini... insomma, un pugno su un occhio!) :) Ma a parte le battute, certo ognuno alla fine fa come crede, ma io la sento una scelta naturale quella di dedicarsi a una corrente specifica. Poi nessuno vieta di studiare anche le altre divinità, però dall'appassionarsi a un Dio perché sembra il più "cazzuto" (perdonami il termine) a pregarne e onorarne un altro, perché continua a mandarti segnali e messaggi nella vita di tutti i giorni... ci passa una bella differenza, mi pare! Tutto sta ad essere percettivi, come consigliavi tu! Saper ascoltare e avere pazienza! Penso che nessuno di noi, venga abbandonato a se stesso, senza che gli venga pervenuto un segno prima o dopo, specie se lo stiamo cercando con tutte le nostre forze!

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  2. Io non saprei proprio come mettere insieme Iside e ad esempio Thor! O Veles e Afrodite....mi pare una follia e non so come fanno coloro che seguono posto sistema a impostare un rituale,a recitare qualcosa,a fare un offerta,visto la differenza tra le due divinità! Io seguo un phanteon slavo e sebbene sia mia intenzione avere un altare sms quasi tutte le divinita del phanteon,con i loro simboli specifici, sono particolarmente legata a Veles e forse a Devana, Dea della caccia e dei boschi. Ho studiato molto bene le loro storie,è più di un anno che leggo,cerco immagini,vecchie storie....dover fare un lavoro così approfondito per tutte le altre Divinità del phanteon ora come ora non mi richiede. Forse anche io pecco di dualità e lavoro prevalentemente con Veles e Devana ma riconosco la presenza di tutte le altre Divinità nel mio phanteon. È solo che lavorare con tutte le divinita per me richiederebbe probabilmente altri dieci anni di studio perché prima di fare qualsiasi cosa con Veles mi sono data anni di studio. Inoltre sia per le mie energie che per le mie necessità e caratteristiche ritrovo davvero me stessa in Veles e Devana e sopratutto Devana mi sta mandando degli insegnamenti importanti

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    1. ben detto. e non pecchi di dualità semplicemente sono le tue divinità patrone.

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  3. Articolo veramente interessante. Mi hai aiutato a comprendere meglio questo discorso che nei libri, che fin'ora ho letto, non mi pare venga affrontato in maniera chiara. Una cosa tuttavia non ho capito. Cosa intendi quando fai questo discorso:
    "...ma nella visone pagana panteistica, pregare e invocare una specifica divinità vuol dire esattamente pregare quella divinità, che esiste cosmologicamente in qualche piano dell'esistenza, con le sue caratteristiche specifiche e con il suo linguaggio.
    Ed è importante conoscere queste caratteristiche e questo linguaggio, perché non si può parlare lingue differenti, o fare esperienze approssimative o a casaccio, guidati dalla nostra curiosità."?
    Capisco che ogni divinità abbia le sue caratteristiche, proprio perché diversa da tutte le altre, ma cosa intendi per linguaggio? Avresti un esempio da farmi?
    Forse ad esempio con Odino dovrei comunicare tramite le rune? Mentre con altre divinità in altri modi?

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