mercoledì 26 settembre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: F come Filare


Modern Witch League 5#: 
Alfabeto di strega: F come Filare


Kemba, spinna, tæja, tvinna 
trogið þæfa í.
Mala, skakam mín er vinna,
mykrið veldur því.

Comb, spin, tease, twine
stamp wool in a trough.
Mill, churn, that's my work
Darkness is the reason.

Filere, cardare, intrecciare 
il gomitolo in un solco. 
Tessere, agitare, questo è il mio lavoro. 
L'oscurità è la ragione


Questo è un canto islandese (tradotto in canadese e italiano), una poesia popolare antica, da recitare mentre si fila la la lana. Molto utile per scopi magici- Le parole sono tradizionali.
La filatura della lana, nei tempi antichi non era semplicemente un modo per procurarsi il filo necessario per confezionare abiti e coperte, era una vera attività magica di cui praticamente se ne è persa ogni traccia.
Non immaginate quanto sia stato difficile scrivere queste poche righe che vi proporrò al riguardo.
La canocchia innanzitutto è lo strumento utilizzato in filatura. È stata progettata per raccogliere le fibre e i fili di lana arrotolandoli su se stessa, in modo da mantenerle ben districate e pronte all'uso. Oltre che per la lana questo strumento raccoglie anche fibre di lino, canapa, cotone ecc..
In tedesco la canocchia è conosciuta come  d ɪ s t ɑ ː f /  distaff, ed è detta anche pietra - e rocca, in quest'ultimo senso viene intesa come un vero aggettivo che descrive la discendenza femminile della famiglia. Questo termine in lingua inglese è stato utilizzato per simboleggiare la vita domestica e ovviamente a tutti gli elementi collegati alla filatura, essendo un arte femminile che le donne svolgevano in casa.
In Europa Occidentale, ci sono due forme comuni di rocche, a seconda del metodo di filatura. La forma tradizionale è quella di un'asta, che si tiene sotto il proprio braccio durante la filatura. Una rocca può essere montata anche come allegato a una ruota che gira, come fù evidente durante la rivoluzione industriale in Europa nel 13° secolo, ma se si guarda ancor più nell'antichità le canocchie erano bastoni biforcuti o con più estensioni, che svolgevano la medesima funzione delle rocche d'oggi.

In età romana, come già nel mondo greco ed etrusco, la filatura della lana, effettuata con rocche di varia tipologia, era una delle attività per eccellenza della domina tanto da essere citata nelle epigrafi funerarie oppure da essere raffigurata sulle tombe, spesso nelle mani della defunta, a indicarne le virtù domestiche. In alcuni casi rocche e fusi erano anche inseriti nei corredi funerari.
Sulla base dei rinvenimenti archeologici le rocche antiche possono essere divise in tre grandi categorie: quelle da dito, di dimensioni ridotte e dotate di un anello in cui veniva inserito un dito per impugnarle; quelle da mano, più lunghe, che venivano tenute nella mano sinistra; quelle da braccio, di grandi dimensioni, che potevano essere tenute in mano o sotto il braccio o infilate nella cintura. Se è presumibile che la maggior parte di questi strumenti fosse in legno, difficilmente conservabile, sono note rocche in ambra, osso, giaietto, avorio.
Pure i fusi, oltre che in osso, erano spesso realizzati in legno, in ambra, osso, vetro, pietra e ceramica.
L'accoppiata rocca e fuso era compresa nella dote di una sposa, da attrezzo utile diventava, con decorazioni e intagli, opera d'arte.
Venne usata nelle campagne fino all'inizio del XX secolo, anche se preesistevano, fin dal medioevo, macchinari (arcolaio) per filare in maniera più veloce, soprattutto dalle donne che pascolavano le greggi o si spostavano (e intanto filavano), questa conocchia da viaggio era di formato ridotto, più corta e leggera, si infilava in tasca e si attaccava al vestito per reggerla diritta.
In Russia la conocchia era spesso riccamente intagliata e dipinta, poiché era un elemento importante di arte popolare.
Se la connotazione magica e stregonica del filare la lana e degli strumenti impiegati per farlo non è ancora evidente, probabilmente la colpa è da imputare a trascrizioni sbrigative e sbagliate, che non hanno mai annoverato tra gli strumenti magici le canocchie. Avremmo dovuto trovarlo scritto tra i bastoni, le bacchette e gli Stang, ma Robert Cochrane l'unico che ha  accennato all'utilizzo in stregoneria, ha lasciato scritti incompleti al riguardo di questo strumento. La cosa non è certo migliorta grazie alla mancanza di ricerche da parte delle moderne tradizioni e dei loro esponenti, o da parte di autori impegnati nello scrivere testi sulla stregoneria, che non ne hanno mai fatto menzione. Il bastone, lo Stang in un temine vecchio inglese indica che nella sua forma più antica era semplicemente un ramo di albero biforcuto con due o più denti, quindi uguale alla rocca. Essa era uno strumento per la filatura a mano, utilizzato ogni giorno dalle donne, il suo utilizzo risale almeno a 2000 anni prima delle industrie di tessitura -dal neolitico alla rivoluzione industriale-.

"La cosiddetta 'rocca’ è un oggetto sacro' tenuto in venerazione da alcune streghe, ed era in realtà una conocchia tessitrice, e potrebbe facilmente essere scambiato per un simbolo fallico. La conocchia tessitrice legata con canne o paglia, appare spesso in sculture rurali e altrove.  Con essa ci si riferisce a attività artigianali ma anche a divinità supreme. Sembrerebbe che le streghe non erano affatto influenzate da concetti freudiani ".
-– Robert Cochrane, On Cords

Nella mitologia, la rocca rappresenta l'albero universale del mondo e il mandrino (il tondino in basso) è l'axis mundi della Terra. La rocca è stata anche vista da alcune culture pagane, come l'incarnazione del potere creativo dell'universo, per una donna o un uomo rappresentava il "creare qualcosa dal nulla, proprio come l'Universo stesso è stato creato". In alcuni miti antichi della creazione, la dea della terra ha usato solo la sua conocchia e le fibre prima del caos, per creare l’universo. Nella mitologia greca era Cloto, una delle tre Parche che teneva la conocchia e girava il filo della vita.
In molte raffigurazioni medievali di streghe che volano al sabba, sono in volo sulle loro rocche, le fibre filate alle estremità, vennero spesso confuse con i manici di scopa pur avendo un uso totalmente diverso. Così la strega volava al sabba, questa è in realtà una metafora, ma non solo perche oggi giorno sappiamo che questo non era vero, ma essa rivela che per la strega, la sua rocca era lo strumento che le permetteva di viaggiare tra i mondi, come gli sciamani delle culture animistiche volavano verso l'alto o verso il basso sull'albero, del mondo utilizzando il loro personale bastone scolpito come un cavallo o cervo .
Gli stregoni sono di solito associati a un bastone piuttosto che una conocchia essendo questa prettamente femminile, e anche perché per esempio, una punizione nel Medioevo britannico fu chiamata "in sella allo Stang"; era ustata per un uomo che aveva abusato di sua moglie o della madre. egli veniva seduto al contrario su un asino, mentre era costretto a tenere la conocchia della donna e veniva fatto sfilare attraverso il villaggio. Per l'uomo, questo era considerata umiliazione pubblica.

Nella mitologia norrena, la dea Frigg fila nubi con la rocca ingioiellata dalla costellazione nota in norreno come Spinning Wheel Frigg ( Friggerock , la cintura di Orione). Tra le molte similitudini che la mettono a confronto e la confondono con Freyja c'è in particolare la dote del "divinare" si dice che Frigg conosca ogni cosa ma tuttavia ella non profeteggia, mentre Freyja è una dea la cui profezia è espressa attraverso la pratica del seidhr, quindi attraverso la trance e la comunicazione con lo spirito, proprio come un oracolo Greco. Tale pratica è riconducibile anche al lavoro di Filare la lana, infatti oltre alla simbologia della rocca, filare la lana, a coloro dotati di "vista" permetteva e permette con facilità di entrare in uno stato di trance.
Tra i racconti ricordiamo Morgana nelle Nebbie di Avalon che nel filare la lana "vede" la morte del padre e la salita al trono di Uther Pendragon.
Tornando alle tradizioni nordiche non dimentichiamo le Norne, simili alla Parche Greche, che vivono tra le radici di Yggdrasil, dove tessono l'arazzo del destino. La vita di ogni persona è una corda nel loro telaio e la lunghezza della corda è la lunghezza della vita dell'individuo. Poiché tutto è preordinato nel complesso universo norreno, anche le divinità hanno i loro fili nel telaio, benché le Norne non permettano loro di vederli. Il Wyrd, la trama del destino è configurato come Pozzo o Albero del Mondo e quindi continua l'inesorabile legame con la filatura.

Nelle leggende Alpine, ma anche in molte parti d'Europa con nomi diversi, troviamo Frau Berta - Holda nel folklore germanico, patrona di tutti i lavori domestici delle donne, ma nessuno tanto come la filatura, un'attività con forti connotazioni magiche e l'accesso ad un altro mondo. Filare, tradizionalmente era compito di una donna, e uno dei pochi da cui avrebbero potuto guadagnare denaro. Holda prima di tutto insegnò l'arte di fare biancheria dal lino. Lei governa la coltivazione e la filatura del lino, e per molti aspetti è simile a alla dea Frigg, che governava la filatura della lana.
Holda insegna, ispira e premia le lavoratrici infaticabili, a volte finisce bobine di una lavoratrice operosa per conto di essa durante la notte, ma punisce le pigre, disfando il loro lavoro. Molte festività sono osservate per Holda in alcune parti della Germania, in generale intorno alla vigilia di Natale  o dodicesima notte, o per tutti e dodici giorni di Natale, in questo periodo ci sono spesso divieti in materia di filatura. In Svevia tutti i filati devono essere ultimati entro la vigilia di Natale, e nessun nuovo lavoro deve essere iniziato fino al termine della dodicesima notte. Vicino alla Hörselberg è l'opposto: il lino viene caricato sul mandrini la vigilia di Natale, quando inizia il suo giro Holda promettente molti fili, come molti anni buoni, e tutti devono essere terminati entro il tempo in cui ritornerà all'Epifania.

Nel "Le Gospelles di Dystaues" o Vangeli rocca, un manoscritto medievale scritto intorno al 1470 che sembra avere molti partecipanti, fù tradotto nel 1507 in inglese e pubblicato dall'editore Wynkyn de Worde. E 'pieno di superstizioni, pratiche, credenze e folklore che rasentano la stregoneria e sicuramente rientrano nel regno della magia. Un manoscritto prima  dell'isterica caccia alle streghe, prima della persecuzione e della paura - in cui le donne apertamente praticavano la propria saggezza e la magia, mentre (la) filavano con le loro rocche, riunite insieme - "Condividono consigli su questioni così importanti come controllare mariti erranti, come prevedere il sesso della prole futura, come curare le malattie comuni, e il modo di affrontare gli spiriti maligni, queste pratiche forniscono uno sguardo raro nella vita intima delle donne contadine medievali"
Questo non sembra nulla di che, ma continua così: "Le donne la cui saggezza fornisce il contenuto di questi vangeli, affermano che la conoscenza che intendono trasmettere proviene dall'antichità antica, dal Hermofrodita, la moglie del grande mago Zoroastro. La presente scoperta, si basa sull'Ermafrodito bisessuale che per un certo periodo sembrava una donna, w una volta scoperti i segreti delle donne ha rivelato la conoscenza ginecologica che ha imparato da loro."
Ora Zoroastro può suonare familiare, il culto di Zoroastro è antico, pre-cristiano, si crede esso sia figlio o nipote di Noè, ma ovviamente questo non è il punto e nemmeno quante altre cose sul libro ci sarebbero da dire.
Il punto è che la filatura, era utilizzata dalle donne ordinariamente per scrutare il futuro, per indurre stati di trance e per procedere con pratiche stregoniche e magiche e questo accadeva dalla notte dei tempi, dal momento in cui le donne non hanno iniziato questo mestiere. Forse oramai visto che in pochissimi lo praticano ancora, e noi generazioni future lo stiamo lasciando cadere nel dimenticatoio definitivamente, quest'arte si porterà via un pezzo della nostra storia e del nostro potenziale-potere. In questo modo sicuramente qualcuno gioirà di questa dimenticanza che in tutti i modi non si è voluta far ricordare, bhè... nel frattempo forse possiamo trovare ancora in qualche cesto della nonna qualche canocchia, qualche gomitolo avvolto in una rocca e potremmo iniziare, riniziare a scoprire quest'arte.
Solo "vedendo" il nostro passato potremmo scorgere il futuro ;).




venerdì 21 settembre 2012

Witch Craft : Gli Jiaobei Divinazione Tradizionale Cinese


Jiaobei



Gli Jiaobei – blocchi di luna anche conosciuti come “poe” di Hokkien, sono un semplice metodo di divinazione che appartiene alla tradizione popolare cinese. I due spicchi rappresentano la luna la suo terzo giorno nel mese lunare. Di solito sono fatti di legno, bamboo o plastica, e sono tradizionalmente di color rosso o nero. La parte gonfia rappresenta lo yin mentre la parte piatta lo yang.

Prima di usarli purificali passandoli 3 volte nell’ incenso.

La tradizione vuole che il consultatane si metta in ginocchio con la parte piana sul palmo delle mani, e inizia a nominare tutti i dati possibili della persona per cui divina: nome, cognome, data di nascita, età indirizzo ecc. e nominerà la questione pe cui interroga i Jiaobei.

Solitamente si dice una preghiera prima di portare le mezze lune sulla fronte per poi lanciarle in aria e farle carde sul pavimento. Il lancio viene chiamato “bwa bwa” o “wen bei”.

Sei si effettuano più lanci e i responsi sono positivi si può esser più che certi della risposta si.
Se la risposta è negativa o confusa, forse è opportuno riformulare la domanda.


RESPONSI
Un lato gonfio e uno piatto =si
Entrambi gonfi =no
Entrambi piatti= la risposta nn può essere data, perche forse il consultante sa gia come agire o risolvere il problema oppure i tempi nn sono ancora maturi per sapere come andrà





martedì 18 settembre 2012

⌘ nuovo set di carte runiche ⌘


⌘ The Runes of Elfland ⌘ - Ari Berk
Oggi ho finalmente fatto il set di rune che volevo. In realtà non sono nemmeno loro le carte che mi immagino e che ho nella mia mente, ma sicuramente le immagini di questos et di rune è davvero bellissimo.
Un giorno forse ne creerò uno davvero mio, per ora mi accontento. Sono venute molto meglio di quelle che avevo usato qualche mese fa.
Se anche voi volte fare il vostro set di rune vi serve:

-Stampa le immagini
-Compra un cartoncino del colore che preferisci.
-Colla Pritt perché è quella che attacca meglio secondo me.
-Flatting sprey.


Incolate le immagini stampate sul cartoncino. Prima di ritagliarle passate una o due mani fi flatting in sprey. Fate attenzione a non bagnare troppo le carte, questo in ogni caso le proteggerà dal deterioramento più a lungo. Ritagliate e cucite per loro in sacchettino meraviglioso. 
Acquistale on-line

lunedì 17 settembre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega:E come Enteogeni



Modern Witch League 5#: 

Alfabeto di strega:E come Enteogeni



Qualsiasi storia si trovi legata alle streghe riporta l'uso di droghe e bevande che esse impiegavano nei loro rituali per raggiungere stati alterati di coscienza, per recarsi ai sabba ed unirsi con il diavolo. Quando mi avvicinai alla stregoneria undici anni fa, ovviamente mi imbattei nella wicca. Leggendo qualche articolo su internet non so bene dove, trovai scritto che una delle "regole" della wicca era quella di non usare stanze che alterassero la propria coscienza, come appunto le droghe, perche questo per le "vere" streghe avveniva solo per mezzo dell' esercizio e della disciplina della mente. Presi per buona questa regola per molti anni, finché poi iniziando a studiare lo sciamanesimo l'abbandonai totalmente. Ovviamente questo non vuol dire che io faccio uso di droghe, ma diciamo che la mia considerazione in materia è cambiata leggermente.
Non dimentichiamo poi che spesso si condannano le droghe ma non il bere, come se fosse meno dannoso-pericoloso. In oltre,credo che questo sia un argomento davvero delicato, perché qui non si tratta assolutamente ne di "sballarsi" ne di "ubriacarsi" e fare festa. Probabilmente proprio a causa di questi fraintendimenti e minimizzazioni, si è tralasciata la parte spirituale della cosa, additandola come "scusa", che insieme alle altre accuse legate alle streghe e stregoneria non poteva far altro che gettare ombra.
I neopagani hanno allontanato l'idea di utilizzare a proprio vantaggio sostanze naturali per raggiungere determinati stati di coscienza, e non solo, sebbene questa sia una scelta più che legittima, hanno cercato di modificare la storia, per risollevare forse la figura della strega, ma facendole anche un gran torto, cancellando un uso sapiente e millenario della conoscenza delle erbe e di potenti alleati.
"Non è vero,le streghe non usavano unguenti..."

Mi sono infine chiesta perchè è stato fatto questo alla nostra storia; le tradizioni sciamaniche che ancora vivono nel mondo, non hanno mai dimenticato questo potere, non se ne sono mai vergognati, non si sono mai fatti contaminare dall'idea di droga-sballo. Per loro nel tempo questa è rimasta una pratica sacra, che permetteva e permette di fare dei lavori sorprendenti: guarire, recuperare le anime, viaggiare tra i mondi ecc..
Anche nell'antica Grecia, presso l'oracolo di Delfi veniva indotto lo stato di trance respirando vapori allucinogeni nella grotta, si consumava vino durante i rituali ellenici e spesso ad esso erano aggiunte erbe per potenziandone l'effetto.
La storia la mitologia e i racconti sono pieni di tracce dell' uso antico di sostanze impiegate nei rituali per entrare in contatto con il divino ecc. Allora perché mai abbiamo cambiato ed infine creduto che le streghe invece non ne abbiano mai fatto uso? Ancora oggi c'è chi condanna queste pratiche, perché non riesce a vederne il lato spirituale, probabilmente le stesse persone hanno usato queste ed altre sostanze in un contesto del tutto diverso e decisamente inutile.
Cosa coi può essere di sbagliato in qualcosa che la natura offre e di cui se ne conosce profondamente il potere?
Certo io non sono lontanamente in grado di darvi la risposta perché faccio parte di quella cultura che pensa sia meglio utilizzare modi alternativi, ma non perché io condanni la cosa, solo perché non la conosco e non ho l'opportunità e forse nemmeno il coraggio di sperimentarla per poterla capire, come si fa per esempio con il Peyote.
Se io avessi la giusta conoscenza, forse potrei pensare, forse potrei rispondere che non vi è alcuna differenza nel' usare qualcosa di legale da qualcosa che "vagamente non lo è". Come dicevo prima sono libera di bere fino a svenire ma non lo sono di usare un allucinogeno. Di conseguenza Bere non mi fa paura, ma ingoiare o spalmarmi qualcosa che non conosco si. Cosa non fa la cultura in cui nasciamo eh?
Uno stato di trance ottenuto con una sostanza in che modo è diverso da uno ottenuto mediante l'uso di percussioni, incenso, o di altre pratiche? Qualcuno direbbe che così l'esperienza nasce dalla stanza e sarebbe "finta", mentre con percussioni e incenso nascerebbe da noi, vero.. o forse no... uno sciamano e una strega di un tempo direbbero tutt'altro.

Non ho grandi esperienze in quest' ambito, gli eterogenei non fanno certo parte della mia abituale pratica, ma senza dubbio possono aiutare  rilassarsi e ad abbassare le barriere del mondo conscio. Purtroppo sono grandicella per rischiare senza pensare alle conseguenze, perciò mi limito a cose decisamente conosciute e semplici.
Mi domando sempre se in una tenda in siberia o nel sud-America, guidata da uno sciamano, mi azzarderei, mi lascerei andare, per entrare in regni che per ora mi sono proibiti.
In ogni caso giusto per non allarmare nessuno non sto parlando solo di droghe, a volte anche il tabacco o un goccio di vino per un non fumatore o un astemio possono bastare e possono funzionare come enteogeni. Le piante tradizionali  associate alla stregoneria sono quelle che venivano impiegati negli unguenti delle streghe e inducevano alla trance estatica, tra esse sono ben note: Aconito, Belladonna, Datura, Giusquiamo, Mandragora. Tali piante dovevano esser impiegate in dosi appropriate perché sono velenose, è questo il motivo per cui ormai non essendoci una tradizione tramandata, è meglio per un neofita non rischiare di fare pasticci con qualcosa che non conosce.

Un enteogeno ("generare il divino dentro")  è una sostanza psicoattiva utilizzata in ambito religioso , sciamanico , o spirituale.  Gli Eterogenei possono integrare molte pratiche diverse per la guarigione, la trascendenza, e la rivelazione, tra cui: la meditazione, psychonautics, arte, progetti e terapia, psichedelica.
Gli Eterogenei  sono stati utilizzati come già detto nei rituali per migliaia di anni, il loro significato religioso è ben consolidata nelle testimonianze antropologiche e moderne, nonostante non siano note praticamente a nessuno. Esempi di enteogeni tradizionali sono: peyote, funghi psilocibinici, tabacco, cannabis, ayahuasca, Salvia divinorum, Tabernanthe iboga, Ipomoea tricolor, e Amanita muscaria . Con l'avvento della chimica organica, esistono oggi molte sostanze sintetiche con proprietà psicoattive analoghe, ed esse derivato a volte proprio da queste piante per esempio: la mescalina, psilocibina, DMT, salvinorin A, ibogaina, ergina e muscimolo, oppure i semi-sintetici come LSD derivato da ecc..
Gli Eterogenei vengono assunti attraverso l'opera di uno sciamano (o una strega) impiegandoli in un tè una miscela, o una pozione come ayahuasca o Bhang .
Essi sono stati vietati in tutte le società islamiche e cristiane, forse è da qui che ne è nata la connotazione negativa, ma come tutte le cose vietate, continuano a esistere e perdurare trovando un nuovo senso, purtroppo negativo - si modificano nel loro ruolo, nell'interesse che suscitano e l'influenza che hanno. Il proibito, il tabù spinge l'uomo a osare, ad ottenere a trafugare quella cosa che gli viene vitata, il male - e così si perde ogni sacralità e ad oggi tutti guardano a queste sostanze come pura e semplice droga.





venerdì 14 settembre 2012

Witch Craft - Rubrica


.Witch Craft : Mabon.

Ecco un nuovo progetto fatto per tutti coloro che leggono il mio blog e seguono il mio canale e la pagina Facebook » Skayler • Hägse Ulver.
Ho pensato fosse un idea carina relaizzare per voi e insieme a voi qualcosina di pratico per le nostre feste, e quindi questa rubrica ci accompagnerà per tutto il prossimo anno partendo da questo Sabba : Mabon.

Lasciatemi un commento e guardate il video!

Mabon Craft:


.Lanterne.
Potete fare delle meravigliose lanterne autunnali con dei semplici barattoli di vetro da marmellata. Raccogliete le prime forglie secche, o fate seccare quelle appena cadute tra i fogli di un libro.  Il mio personale consiglio è quello di non prendere foglie troppo secche e fragili, e nemmeno troppo verdi e corpose, perché altrimenti avrete seria difficoltà ad incollarle.  Scegliete foglie sottili che si prestano bene ad essere modellate.
Spalmate il barattolo di vetro con della colla vinilica e iniziate a appiccicare le foglie raccolte sopra, ripassate tutto con dell’altra colla vinilica in modo da far aderire bene ogni foglia, e passare un film protettivo. Potte in ultimo rifinire con del flatting in modo che le foglie restino attaccate con più sicurezza.
Decorate con dei nastri colorati e inserite all'interno una classica tealight o una candela di piccole dimensioni.


.Infuso di Mabon.
Questo infuso a base di erbe può essere utilizzato come un lavaggio per la pelle o un detergente per il vostro spazio rituale. Con l'infusione delle erbe in acqua, è possibile sfruttare le proprietà medicinali, nonché quelle magiche che queste hanno in sè.
Per fare questo infuso di pulizia, useremo erbe che sono in piena fioritura nelle settimane precedenti Mabon.
Avrete bisogno di una manciata di ciascuno dei seguenti ingredienti:
Menta
Salvia
Caprino
Mora
Calendula
Mettere le erbe nel calderone, versare acqua bollente su di loro fino a quando il calderone è pieno. Copritele e lasciare in infusione per quattro a sei ore. Filtrate tutto il materiale vegetale. Tappare ila bottiglia dove travasate l'infuso e conservatelo in un luogo fresco. Utilizzatelo per il lavaggio della pelle o per aspargere la vostra casa o spazio sacro.


.Inchiostro Phytolacca.
La Phitolacca Americana è una bacca rosso porpora che si trova in molte parti del Nord America ma anche in italia. Negli stati del Midwest, fiorisce in autunno, in genere intorno a metà settembre - giusto in tempo per Mabon . Le bacche velenose, rosse possono essere utilizzate per fornire l'inchiostro per la scrittura. la leggenda vuole che la dichiarazione di indipendenza è stata redatta con inchiostro di Phytolacca Americana, anche se la versione finale che si trova presso l'Archivio Nazionale è stato scritta con inchiostro classico. Molte lettere scritte dai soldati durante le guerre rivoluzionarie e civili sono state scritte con questo inchiostro perche pare fosse molto facile reperirlo. Secondo la Ohio State University, le bacche di questa pianta prendono il nome  da una parola dei nativi americani che indicava il sangue, a causa del colore del succo. La leggenda narra che gli sciamani tribali utilizzati le bacche di Phytolacca per liberare il corpo dagli spiriti maligni - probabilmente ingerendole queste provocavano abbondante vomito e diarrea.
Con un po 'di lavoro, potete fare il vostro proprio il Pokeweed Inchiostro da utilizzare per le lavorazioni magiche, in particolare quelli utilizzati in incantesimi di bando. L'inchiostro sembra essere sensibile alla luce solare e marrone se esposto ai raggi UV, quindi se avete intenzione di conservarcelo, utilizzare una bottiglia scura o/e riponetelo in un armadio lontano dalla luce.


.Palla della Strega.
Mabon è anche un buon momento per il focolare e la magia della casa. Si potrebbe fare una palla strega per la protezione e buona fortuna.
Basta prendere un vetro trasparente o plastica ornamento di natale, riempirla con la vernice e agitate in modo che si colorino le pareti interne. Poi aggiungete le erbe o gli oggetti per la prosperità o la fortuna.
Una Palla di Strega “ The Witch Balls” è una sfera cava di vetro soffiato spessa a specchio o colorata, e in genere appesa a una finestra o alle grondaie di una casa o luogo di lavoro. Palla di Strega esistono in molti formati, ma la maggior parte sono più o meno grandi come un pugno, o un doppio pugno. Esse sono originariamente ispirate da globi di vetro utilizzati per le reti da pesca. Diverse tradizioni e stili sono sorti nel corso dei secoli. Mentre solitamente sono note in vetro soffiato, alcune possono essere di metallo, plastica o vetro colorato.
Queste sfere di vetro erano popolari nel 18° secolo in Inghilterra e la gente ha portato le palle con loro per le Americhe, le Palle di Strega moderne hanno guadagnato popolarità come ornamenti da giardino magico; palle molto belle e stravaganti possono ora essere tranquillamente acquistate.
Le Palle di Strega sono conosciute con un bel po 'di nomi diversi, quali: palla orologio, guardando le palle, palle di fate, palla da giardino, cacciatori di spirito, palle dell'amicizia, palle spirito, palla volante, palla specchio, palla di cromo e altri ancora...
Tipicamente una Palla di Strega può essere appesa alle grondaie della casa, appesa alle travi, e appesa al davanzale della finestra. Mentre la maggior parte delle Palle di Strega sono appese, alcune sono poste su pilastri, sulla parte superiore di vasi, cuscini, sui mantelli, sul davanzale della finestra, o fatte galleggiare come giochi d'acqua dentro laghetti e stagni.
L'uso più comune per una Palla di Strega è quello di allontanare il male.
La maggior parte sono d’argentato o a specchio e sono utilizzate per riflettere l'energia negativa, la sfortuna e il male allontanandolo dalla casa.
Le palline colorate e decorate sono conosciute anche per attirare gli spiriti negativi intrappolandoli al loro interno e dare la possibilità di attingere alla loro energia.
Alcune palle avevano una piccola apertura in basso per rendere più facile l’accesso alle energie e agli spiriti cattivi che vagavano, intrappolandoli poi al loro interno.
Versioni più grandi sono chiamate Guardiane, queste sono poste su pilastri in giardino.
Nel 20° secolo il nordamericani ha dato inizio alla tradizione di usare le Palle di Strega per attirare il positivo, piuttosto che respingere il negativo. Chiamandole Palle dell’ amicizia, palline della fortuna, della felicità e simili, questi sono state regalate in particolare come doni per la casa, queste palline ha portato prosperità e buona fortuna alle abitazioni. Sono serviti anche come simboli piacevoli di amicizia e affetto famigliare.
Le Palle di Strega possono benissimo essere le palle di Natale ornamentali e originali.
In Austria e in Germania esistono le Kugels, che sono molto simili a palle da strega. Le Kugles sono disponibili in più varietà, e possono essere modellate e colorate per abbinarle alle festività, come ad esempio a forma di uovo di Pasqua.
Molte streghe moderne utilizzano una palla di strega simile a una bottiglia delle streghe, allo scopo di raccogliere l'energia all'intento. A volte si mettendo degli oggetti all'interno di una palla di strega. Questo metodo funziona bene con ornamenti Yule, o aggiungendo qualcosa che attiri una particolare forza o che sia frutto di un incantesimo.
Qualcosa di simile alle palle delle streghe sono i Cacciatori di pioggia, che appunto raccolgono la pioggia caduta in ornamenti in vetro che sono appesi cosi come le palle di strega. Questi possono essere usati per diversi tipi di energie per esempio per " far piovere prosperità”.
I globi d’ acqua, le sfere di vetro con la canna fumaria che vengono utilizzati per impianti d’ acqua, possono anche essere utilizzate in modo simile alle palle delle streghe. Ho avuto buoni risultati con queste per guarigioni di piante e per la terra e le offerte.







Per realizzare questo video e post è stato di grande aiuto http://paganwiccan.about.com

lunedì 10 settembre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: D come Dìsir


Modern Witch League 5#: 

Alfabeto di strega:D come Dìsir


Con questo nome sono designate alcune divinità femminili non ben definite con caratteri diversi: dee della fecondità, spiriti protettori, esseri simili alle norne e le valchirie.
Il nome Dìsir significa Dea – donna nobile di rango, e anche sorella, in germanico occidentale erano anche conosciute come Idisi
Nella Historia Norvegiae si parla di un vero e proprio tempio a loro dedicato definito aedes Dianae. Numerose sono le saghe dove si parla di loro. In talune si scrive che il rito era officiato durante la notte da una donna, la quale aspergeva sangue sull’altare, in un altro si parla di un sacrificio fatto in occasione della visita di un re. Ancora si allude a un culto celebrato privatamente in una casa.
Il culto delle dìsir è ancora testimoniato in diversi toponimi alcuni piuttosto antichi, che spesso si trovano nelle vicinanze di nomi di luogo riferiti ad altre divinità  (Ullr e Thor in paryticolare). Erano oggetto di culto e privati ​​ufficiale chiamato dísablót,  e la loro venerazione potrebbe quindi, derivare dal culto degli spiriti dei morti.
In Irlanda sono famose le “pietre delle dìsir del Paese” per le quali nel folklore popolare si racconta vi fosse una vera venerazione.
Sebbene manchi una definizione precisa questa va cercata nel concetto di Sippe, delle sue necessità e del suo funzionamento. Le dìsir, infatti, sembrano essere legate alla fecondità e secondo una fonte i loro riti erano celebrati nelle notti d’inverno, a metà ottobre, tempo in cui venivano fatti sacrifici in onore di divinità della fecondità. A loro si attribuisce anche la peculiarità di assistere le partorienti, dimostrando caratteristiche prettamente femminili.
Tuttavia il ruolo della donna nel mondo germanico soprattutto non era confinato solo a contribuire nel mettere la mondo una stirpe, essa aveva il compito di proteggere, anche magicamente, coloro che le appartenevano danneggiando i nemici. Questo quindi spiega i riferimenti alle dìsir come esseri protettori.
In realtà però esse hanno  anche una connotazione  negativa, dipingendole come avverse e perfide, perché legate evidentemente al nemico di colui che soccombe, come appare nella vicenda di tre della stirpe svedese degli Ynglingar, dove ognuno di essi muore per mano di un “dìs” (del cavallo o del fuoco).
Se le dìsir sono probabilmente spiriti tutelanti della fecondità della stirpe, esse incarnano le anime delle donne morte della famiglia e costituiscono dunque una sorta di confraternita femminile di spiriti tutelari.
Ciò spiegherebbe bene anche il loro legame con le pietre dette landdìsasteinar, così come il manifestarsi delle valchirie che invitano l’eroe nel regno dei morti.
Un'altro aspetto collegato alle norne quanto alle valchirie e alle dìsir è quello di “esseri profetici” che comparendo in alcune saghe annunciano il destino.
Appaiono dunque simili alle Matrone greche, le dìsir infine potrebbero essere la testimonianza di una società matriarcale nella Scandinavia pre-indoeuropea.

Cercando di seguire le vie nordiche, la veste in cui preferisco considerare le dìsir, forse perché sono una strega e una donna è quella di anime delle donne della famiglia, che proteggono le discendenti. Sono solita chimera la loro protezione durante i riti prima di alzare la siepe, insieme agli antenati e gli alleati.


Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: C come Caccia Selvaggia


Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega:
C come Caccia Selvaggia





L'incarnazione dei ricordi di guerra, i miti agricoli, 
il culto degli antenati e svaghi dei nobili e dei re 
nel mito della Caccia Selvaggia

La caccia selvaggia è un'immagine mitica del folklore europeo. Originaria di Germania e Britannia, si è diffusa in molte altre regioni europee, dalla Scandinavia alla zona delle Alpi. La struttura narrativa di tutte le versioni del mito si fonda su questa premessa: un corteo notturno di esseri sovrannaturali attraversa il cielo (o il terreno), mentre è intento in una furiosa battuta di caccia, con tanto di cavalli, segugi e battitori al seguito.
Fra i protagonisti della battuta di caccia nelle varie culture si possono citare Odino (Scandinavia), Re Artù (Britannia), Carlo Magno (Francia), Nuada (Irlanda), Arawn (Galles), re Waldemar (Danimarca), l'exercito antiguo (Spagna), e Wotan con il suo Wütendes heer ("esercito furioso") in Germania. In Italia, soprattutto nell'area alpina, la Caccia Selvaggia è associata a lontane luci, scalpitio di zoccoli, abbaiare di cani, urla demoniache, e un forte sibilare del vento. Il protagonista della caccia in questa zona si chiama Beatrik, e è associato alla figura di Teodorico il Grande, oppue a Frau Berta che nn è altro che la Perchta, Holla, Bestsht Holda, la Dama Bianca conosciuta come Frau Gauden ecc.. Tutte le Dee europee della Caccia sembrano condividere alcune caratteristiche di Diana/Artemide della tradizione classica, essa stessa cacciatrice, occupandosi di punire gli insulti e le violazioni dei tabù correlati alla caccia. Come Dea Cornuta della Luna, si denota anche un altro importante collegamento con altri leader della Caccia, le corna, un antico simbolo che serve a sfumare il confine tra cacciatore e preda.
Ogni variazione alla storia getta un po’ più di luce sulle sue possibili interpretazioni. Quindi, se si vuol vedere la Caccia Selvaggia in tutto il suo splendore spettrale, bisogna seguire un percorso lungo e pericoloso attraverso le tradizioni popolari di molti periodi e luoghi. Ma fate attenzione alcune dicerie popolari raccontano che aspettando destini nefasti a coloro che assistono a questo evento.
Indipendentemente dai loro nomi regionali, tutte le Caccie Selvagge sembrano condividere molte caratteristiche comuni ovunque si manifestino: un Leader Spettrale (spesso cornuto), una masnada al seguito, annunciati da un gran abbaiare di cani, tuoni, fulmini, forti rumori di zoccoli e selvaggie grida di caccia. La morte e la guerra spesso seguono nella loro scia.

Le tradizioni che più complete e ben documentate appartengono ai popoli del Nord Europa dove quest'immagine viene inserita in diversi racconti e leggende; ma la radice originaria della credenza della Caccia selvaggia affonda nella mitologia nordica: il dio Wotan (cioè Odino) nelle notti del Sacro Periodo (cioè quello che comprende i dodici giorni successivi al solstizio d'inverno) a cavallo di Sleipnir Dalle Otto Zampe, mostruoso cavallo nero, guida il corteo delle anime dei soldati morti in battaglia, in una vorticosa ridda attorno alla Terra.
Qui la Caccia Selvaggia stata chiamata Odensjakt (Caccia di Odino), Oskerei (Cavalcata Tonante o spaventosa), Gandreid(Cavalcata della Morte), e Asgardreia (Cavalcata di Asgard). Questa versione nordica della Caccia, vede spesso come preda una bella fanciulla dell’Altromondo: forse un ricordo degli inseguimenti nelle cupe notti, condotte da eserciti invasori al fine di rubare le mogli ai loro nemici.

Cavalli e cani sono frequenti in tutte le versioni della Caccia. Gli animali sono generalmente di colore nero, bianco o grigio. I cavalli possono apparire normali o con occhi di fuoco e fiamme dalla bocca e dalle narici. In Germania i cavalli, insieme con i cani e cavalieri, spesso appaiono feriti, mutilati degli arti o addirittura decapitati, una chiara indicazione della loro origine ultraterrena.
I Cani Spettrali sono descritti in dettaglio nella tradizione britannica e sono conosciuti con molti nomi. Nel Nord sono chiamati Segugi di Gabriel (Gabriel’s Hounds), nel Lancashire vengono descritti come i cani mostruosi con teste umane, forieri di sventura e morte. Nel Devon sono noti come Yeth, Heath, o cani Segugi di Wisht. In Galles i cani sono gli Annwn Cwn (Segugi dell’ Altromondo), spesso in bianco con le orecchie e la pancia rossi. Grandi mastini neri invece conosciuti come gli Shuck Norfolk o Suffolk Shuck. Tutti hanno una notevole somiglianza al Black Shuck, solitarie creature che si aggiravano in East Anglia per secoli con gli occhi di fuoco grandi come piatti. In Inghilterra questi cani solitari sono spesso i fantasmi delle persone decedute, trasformati per punizione, ma capaci di aiutare le persone a volte, se trattati bene.
In diverse versioni norrene della Caccia Selvaggia, il Capo Caccia avrebbe a volte lasciato un piccolo cane nero indietro, abbandonandolo. Il cane doveva essere accudito per un anno, e non ci sarebbe stato alcun modo di sbarazzarsene prima, tranne quello di far bollire nella birra dei gusci d’uovo, che avrebbero spaventato il cucciolo infernale fino a farlo fuggire. Curiosamente questo sistema era utilizzato anche contro i Changeling del Piccolo Popolo, cosa che sottolinea la natura fatata del cucciolo.

La caccia selvaggia non ha una data precisa nella quale inizia, o almeno per il momento a me è ignota. Essa arriva con il freddo delle notti comprese tra i dodici giorni successivi al solstizio d'inverno-Sacro Periodo.
La Caccia Selvaggia non si svolge mai nel periodo che va dalla metà di maggio alla fine di giugno, un intervallo di 42 giorni che corrisponde ai 42 nomi di Odino. C’è chi ritiene che questo periodo abbia importanti doti di crescita ma che non sia propizio per la divinazione.
Le nove notti che intercorrono tra il 22 Aprile e il 30 sono venerate in ricordo dei nove giorni in cui Odino “All Father” rimase appeso a Yggdrasil l’ albero del mondo. Durante la nona notte Walpurgisnacht (30 Aprile) Egli vide le rune, le afferò nella sua morte rituale momentanea. In quel momento tutta la luce dei nove mondi si spense e per un istante regnò il caos più totale. Allo scoccare della mezzanotte poi, la luce tornò in modo abbagliante, così come tornò la vita del Dio dopo il suo sacrificio e in onore di ciò ci sono fuochi danzanti accesi ancora oggi. Durante la notte di Walpurgisnacht i morti hanno spazio sulla terra e in oltre in questa data si conclude anche la Caccia Selvaggia.

Approfondimenti



giovedì 6 settembre 2012

come un guisquamo



"henbane grows like a weed, but you need to plant it every year"

Con questa frase ispiratrice e ben augurale, festeggio il mio secondo compleanno!!!
Il mio percorso da strega è come un giusquiamo, ogni anno pianto progetti, speranze e desideri per la mia conoscenza, perche è cosi che deve essere, un passo alla volta, seme dopo seme, che con amore cresco da 11 anni. Guardandomi indietro nonostante tutto posso dirmi contenta,  sopratutto di quest'ultimo anno. Mi ha dato tanto e tolto molto che non andava bene per me.
Gli unici veleni che amo sono quelli delle piante come questa, che chissà non diventi il simbolo di un nuovo anno, giaccè questa frase l'ho sentita rimbalzare nel cuore pensando proprio al mio essere strega  e rendermi conto che era il 6 settembre.

mercoledì 5 settembre 2012

Madri del popolo



« Era il giorno di Frya ed in quel momento erano sette volte sette anni che Festa era stata nominata Madre del popolo per desiderio di Frya.....
Ora Festa volle accendere la sua nuova lampada e quando essa ebbe fatto ciò in presenza del popolo, Frya chiamò la sua stella, cosicché ciascuno potesse udirla " Festa, prendi il tuo sito e scrivi le cose, che non potrei dirti"...

Cos' noi figli di Frya, ora disponiamo della nostra storia primitiva.»


Sto leggendo Ura Linda, dopo quasi due anni che giaceva nel mio comodino. E' un po' starno ma mi sta piacendo...  sono a pagina 89 e ho letto il primo "libro" sul popolo di Frya (Freya) il castello di Texland e sulle leggi, cosi giuste, cosi auspicabili... quando le donne erano Madri del popolo era un altro mondo, un'altra vita.
Non mi stupisce quindi, che questo libro sia stato pieno di controversie sulla sua legittimazione, al di là di uno studio storico e antropologo, credo che in se conservi una verità tale che, come per altri testi, si sia voluta cancellare.
Saper leggere oltre e forse sognare, dà un senso di giustizia, di recuperare, di sentire... sperare

Non credo che mai potrebbero tornare tempi in cui si annoveravano donne-capo, è troppo profondo il seme radicato da anni di ingiurie, mistificazioni, soprusi e bugie. Oggi sebbene ci piace credere che il femminismo ci abbia dato la "libertà" la consapevolezza e una parvenza di recupero "del nostro posto", valgono a niente libri come Donne che corrono coi lupi, Il risveglio della Dea, o La luna rossa (per citarne alcuni in mio possesso) perché siamo ancora lì a farci comprare e vendere.
La mia generazione è fatta di persone che viaggiano tra la normalità del doversi fare per forza una famiglia, dei figli, sposarsi, lavorare, pagare un muto ecc.. e tra chi vuole diventare famoso senza avere nessuna abilità, se non sei tra questi, sei strano... che hai che non va?
Nessuno lotta per un paese che va a rotoli, ma figuriamoci! Non abbiamo idea di come si fà, abbiamo tutto infondo, abbiamo i sogni di gloria e successo, quella speranza nello stomaco che non è tutto qui, qualcosa accadrà e cambierà tutto e starai benissimo. Generazioni che non credono in nulla, ma che vivono sperando che qualcuno cambi le loro vite.
Alla fine ti omologhi anche se ti senti una ribelle, anche se si consapevole che forse, forse, forse, tu non sei fatta per questo, accade..per forza...Non siamo liberi, nemmeno per sogno, non riusciamo nemmeno a immaginare una rivoluzione dentro le 4 mura di camera nostra, ma ci consoliamo, con cibo, bevute, droga, sesso... finzione.
Una donna cosa mai potrebbe fare? Siamo disegnate in cassetti stabiliti e non facciamo nulla per uscirne. Non si tratta solo di permettere agli uomini di fare di noi quello che per secoli fanno, no!
Forse ci stiamo talmente degradando l'anima che pensiamo addirittura di avere noi la chiave che apre le porte del mondo! Oh si, ce l'hanno fatto credere e forse è vero, peccato che la usiamo nel modo più inutile che esista, continuando in un vortice di vittime e carnefici senza fine, senza orgoglio, senza vanto.
La bellezza svanisce e quando avrai fatto di tutto per tenerla stretta, alla fine quando lascerai il tuo corpo tirato, sarà l'involucro migliore che esista, ma quello che resta sarà più inutile di esso.
La mia non è una marcia femminista e nemmeno una critica alle donne che si fanno dire che sono grasse dai propri fidanzati, o che vivono male il loro corpo nel segreto delle loro anima perché non corrisponde al modello dei giornali e disperatamente si mettono a dieta.
La mia è una riflessione sull'inutilità del genere umano, non solo dedicata alle donne anzi. Non so se c'è una fine del mondo, un cambio di coscienza, so solo che se leggo la storia vera, quella che disperatamente si cancella, scopro il mio valore inutilizzato.
Se noi donne forse non ci impegnassimo così tanto solo a farci i capelli, la nail-art e il make up, a mostare come ci vestiamo, forse potremmo scoprirci davvero e con noi anche gli uomini. Se tutte le donne scoprissero che la ciccia sul culo è l'ultimo dei problemi e che quello forse è solo un'altra dimostrazione di quello che non và, forse saremmo in grado di darci il giusto valore.
Se capissimo che tutto parte da dentro, che nulla e nessuno deve metterci nell'angolo, se scegliessimo uomini che non hanno bisogno di parole o di dimostrare di essere tali, forse.. forse, forse....Forse ci sarebbero nuovi idoli nuovi esempi da seguire, grandi donne e grandi donne da ammirare per le gesta e non per l'ultimo cd!
Vorrei un Festa, un eletta da Freja che guidi uomini e donne secondo leggi naturali. Che ci sia un posto per tutti, che non ci sia finzione, la voglia di dover sempre sopraffare. Che si possa scegliere chi amare e cosa amare, che ti dia una possibilità di realizzare liberamente la tua vita. Poche regole, non più di tre pagine che siano il cuore palpitante della coscienza degli uomini.
Vorrei una Madre del popolo, perché solo una madre sà amare davvero i suoi figli, senza lotte di potere.
I figli amati non hanno bisogno di usare violenza, di autodistruggersi, di dimostrare...i figli amati, non hanno bisogno di vendette, di legittimazioni,  di gareggiare per esser migliori di altri, non devono dimostrare qualcosa, i figli amati e cresciuti nel e con amore, hanno già il loro posto nel mondo, senza bisogno di fuggire.
Le Madri del popolo rendono liberi, e forse è per questo che non esistono più e in ogni parte del mondo ci sono solo schiavi, qualcuno sicuramente ne godrà.

sabato 1 settembre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: B come Berserker- i guerrieri orso.

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega:
B come Berserker- i guerrieri orso


Essi.. partirono senza cotte di maglia di ferro, ed erano frenetici come dei cani, o dei lupi; addentarono i propri scudi ed erano forti come gli orsi o i cinghiali; uccisero degli uomini, ma ne il fuoco il ferro potevano far loro del male. Viene chiarito  'running Berserk'....il guerriero leggendario norvegese.

Al giorno d'oggi la frase "going berserk" viene usata quando qualcuno è assalito da un furore indomabile e attacca alla cieca le persone o le cose con una forza apparentemente soprannaturale. In origine, "to go barserk" significava andare in battaglia indossando una " camicia di pelle d'orso". Indossarla era il segno distintivo del Berserker, un praticante delle arti marziali che, pur essendo privo di una classica armatura, era cosi forte e feroce da essere temuto dai suoi avversari.
Attraverso la pelle d'orso il guerriero attingeva alla forza stessa dell' animale, quel potere sovrumano che nelle arti marziali orientali si manifesta come ki, e önd nelle tradizioni nordiche. La forza dell'orso era una tecnica appresa dai maestri delle arti marziali nordiche.. Essi avrebbero  dimostrato la capacità di incanalare l'önd  con l'impresa del Bear's warmth, in cui, pur essendo poco vestiti, non sentivano nè soffrivano il freddo.
Pare che questi guerrieri fossero devoti al culto dell' orso europeo, in personificata dalla dea Artio o Artiona; a lei vi era un tempio dedicato vicino a Berna in Svizzera, fondato da un guerriero medievale dopo l'apparizione di un orso.
Il potere dell'orso veniva  conquistato durante l'iniziazione del Berserker.  Tra le vari prove che l'aspirante doveva superare c'era quella di uccidere l'immagine di un animale che vegliava nella sala reale  poi bisognava bere il suo sangue, e cosi assimilare il potere dell' orso a quello del guerriero.
Al Berserker veniva attribuito il potere dell hamrammr o del cambiamento di forma ( shapeshifting). Questa capacità poteva essere diretta alterando la percezione altrui, o esterna al proprio corpo. Questo a volte comportava un cambiamento del corpo astrale, poiché questi guerrieri è chiaro avessero anche doti sciamaniche oltre a saper incanalare l'önd ed essere esperti di arti marziali.
Questi guerrieri erano i principali elementi negli eserciti dei re Norvegesi precristiani.
Otre i Berserker sono noti anche gli Ulfhendar, essi indossavo sul giaco delle pelli di lupo 'vargstakkar', e a differenza dei Berseker che combattevano a squadre, essi entravano in combattimento da soli. Si dice che anche alcuni Ulfhendar combattessero senza armatura e solo con in dosso le pelli dell' animale... ma questa è un altra storia e la rivederemo alla lettera U.